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Lecce può essere considerata un museo a cielo aperto in pietra leccese, il materiale scelto da architetti e scalpellini per realizzare chiese e palazzi, splende sopratutto la Basilica di Santa Croce di Lecce. Tant’è che ancora oggi, grazie ad accorgimenti e restauri, queste architetture appaiono intatte in tutto il loro splendore.
Passeggiando tra i vicoli della città salentina si rimane estasiati dinanzi al trionfo di palazzi e chiese riccamente decorati, dove la pietra locale crea una calda atmosfera.
Attraversando le strade del centro storico, ci si ferma spesso con il naso all’insù per godere del tripudio di capitelli, elementi architettonici e dettagli in pietra.
Rinomato in tutta Italia, il Barocco Leccese si mostra così in tutto il suo splendore tra sgargianti decorazioni, splendide cornici e vivaci personaggi fantastici. Questa commistione di vari elementi crea un raffinato gioco di luci e ombre.
E fu proprio dal Medioevo che le proprietà della pietra leccese richiamarono l’attenzione degli addetti ai lavori, che scelsero proprio “la pietra gentile” perché malleabile e di facile lavorazione.
A Lecce sono numerose le architetture realizzate in questo stile, come il Duomo, il Palazzo del Governo o Santa Chiara. Ma il capolavoro del Barocco è senza dubbio la Basilica di Santa Croce, in via Umberto I, poco distante da piazza Sant’Oronzo, che si impone come una delle chiese più belle della città.
Riconosciuta nel Salento e in tutta Italia per la sua bellezza e magnificenza, la Chiesa è un importante luogo di interesse turistico. Infatti, viaggiatori da ogni parte arrivano in città per ammirare cotanto splendore!
Per la costruzione di questo gioiello sono state utilizzate le pietre del territorio, di straordinaria fattura, che hanno creato, sia all’esterno che all’interno, una struttura di grande pregio.
E questo è dovuto sia all’abilità degli architetti e scultori, sia alle caratteristiche del materiale utilizzato.
Infatti, il Barocco leccese, a differenza di quello diffusosi in altre zone dell’Italia, è più ricco di particolari e fregi per la maggiore facilità di lavorazione della pietra. Le leccisu, così, riesce ad adattarsi perfettamente al genio dell’artista e a modellarsi secondo la sua fantasia.
Per la realizzazione completa di Santa Croce, divenuta Basilica con Papa Pio X nel 1906, servirono più di tre secoli: dal 1353, anno in cui fu posata la prima pietra, si dovette aspettare il 1695 per ammirarla completamente.
La chiesa fu un grande cantiere a cielo aperto dove lavorarono architetti, pittori, scultori e tutti i nomi di prestigio dell’architettura leccese. Tutti insieme si adoperarono per creare un grande capolavoro!
Come detto, lo stile in cui è stata realizzata Santa Croce è il Barocco. Tuttavia, a differenza di quanto successe nel resto d’Italia, in questo caso si tratta di un barocco unico, perché realizzato con la pietra leccese. La duttilità e la malleabilità di questo materiale, come anticipato, la rende incline ad ogni tipo di intaglio e decorazione. Il tutto viene reso ancora più meraviglioso dai colori caldi tipici della leccisu.
Così, nella realizzazione di foglie, fiori, cherubini, figure allegoriche, puttini e arabeschi un ruolo determinante lo ebbero proprio le caratteristiche della pietra leccese.
Una volta giunti ai piedi della Basilica lo sguardo va in automatico verso l’alto, sulla splendida facciata baroccheggiante, dove gli elementi del Rinascimento Cinquecentesco si uniscono perfettamente a quelli del Barocco.
In questo trionfo di forme, sono visibili diversi elementi: dalle donne rigogliose ai soldati, dai turchi (in riferimento alla battaglia di Lepanto del 1571) ad una sirena a due code.
Oltre ai capitelli tutti lavorati, emergono bassorilievi e sculture in pietra leccese.
Nella parte superiore è stata realizzata una trabeazione decorata con sculture umane e feline. Una fila di Cariatidi sorregge la balaustra decorata con tredici puttini abbracciati e alle estremità si possono contemplare le statue della Fede e della Carità.
Spostando lo sguardo da un dettaglio all’altro ci si ferma sull’ampia finestra di forma circolare. Infatti, quello che colpisce maggiormente i visitatori è l’ampio e raffinato rosone, incorniciato da due colonne corinzie, mentre ai lati sono visibili due nicchie con le statue di San Benedetto e San Celestino.
Il rosone è caratterizzato da tre ghiere concentriche dove lo sguardo si perde nel vortice di cherubini alati, bacche, uva e melograni. Tutto intorno sono inseriti elementi decorativi come fregi floreali, grappoli di frutta e cherubini.
La parte inferiore della facciata è scandita da sei colonne a fusto liscio con capitelli zoomorfi. Sicuramente si mostra quasi priva di decoro e, al contrario della parte superiore, meno ricca di raffigurazioni.
Infine, il portale maggiore è caratterizzato da una doppia coppia di colonne corinzie e dallo stemma di Filippo III di Spagna.
La Basilica di Santa Croce a Lecce ha la pianta a croce latina, con tre navate, una centrale e due laterali. Quella centrale, molto più alta rispetto alle altre due, ha un imponente soffitto ligneo a cassettoni dorati, rifatto nell’Ottocento, e si conclude con un’abside polilobata.
Qui, si può ammirare il raffinato e semplice altare maggiore settecentesco in marmo incorniciato da un maestoso portale.
Lungo le navate laterali, invece, costituite da volte a crociera, si aprono sette profonde cappelle per lato: all’interno si possono osservare splendidi altari riccamente decorati. Tra questi spicca quello di San Francesco di Paola, nel transetto sinistro, realizzato con dodici bassorilievi raffiguranti i momenti significativi della vita del Santo.
Dunque, nel trionfo del Barocco Leccese grande rilevanza hanno avuto le pietre del territorio.
Così, la pietra leccese è stata utilizzata, sin dal passato, per creare imponenti e mirabili opere d’arte come la Basilica di Santa Croce.
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